Cassazione penale Sez. I sentenza n. 26664 del 19 giugno 2013

ECLI:IT:CASS:2013:26664PEN

Massima

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Il reato di violazione degli obblighi inerenti alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con riferimento alla prescrizione di non associarsi abitualmente con pregiudicati, non richiede una costante e assidua relazione interpersonale, essendo sufficiente la reiterata frequentazione tra l'imputato e il soggetto gravato da precedenti penali per integrare l'abitualità di tale comportamento. Tuttavia, ai fini della configurabilità del reato doloso, è necessario accertare la consapevolezza da parte dell'imputato dello status di pregiudicato del soggetto con cui si è associato, non potendo tale conoscenza essere data per scontata sulla base della mera ripetizione degli incontri. Il giudice di merito, pertanto, è tenuto a verificare, sulla base del compendio probatorio, se l'imputato fosse effettivamente a conoscenza della condizione di pregiudicato del soggetto frequentato, al fine di valutare la sussistenza dell'elemento soggettivo del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. CAPRIOGLIO ((omissis)) S - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 845/2008 CORTE APPELLO di CALTANISSETTA, del 07/06/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 11/06/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROCCHI GIACOMO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'ANGELO Giovanni, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. La Corte di appello di Caltanisetta, con sentenza del 7/6/2011…

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