Il custode di un veicolo sottoposto a sequestro amministrativo ai sensi del D.Lgs. n. 285 del 1992, art. 213, che circoli abusivamente con lo stesso, non commette il reato di cui all'art. 334 c.p. (sottrazione, soppressione, distruzione, dispersione o deterioramento di cose sottoposte a sequestro disposto nel corso di un procedimento penale o dall'autorità amministrativa), ma integra la sola violazione amministrativa prevista dal citato art. 213, comma 4, in applicazione del principio di specialità di cui all'art. 9 della L. n. 689 del 1981. Ciò in quanto la norma amministrativa, essendo diretta a sanzionare la mera circolazione abusiva del veicolo in sequestro, risulta speciale rispetto alla fattispecie penale, che invece richiede la condotta di sottrazione, soppressione, distruzione, dispersione o deterioramento del bene sequestrato da parte di soggetti specificamente indicati, tutelando l'interesse cautelativo tipico del vincolo imposto con il sequestro a protezione del buon andamento della pubblica amministrazione. Pertanto, in tali casi, trova applicazione la sola sanzione amministrativa prevista dalla normativa speciale in materia di circolazione stradale, in forza del principio di specialità, senza che possa configurarsi il concorso formale tra l'illecito amministrativo e quello penale.