Cassazione penale Sez. I sentenza n. 21130 del 29 maggio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:21130PEN

Massima

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La circostanza attenuante della provocazione non è configurabile quando i pregressi contrasti tra autore del fatto e vittima abbiano progressivamente condotto a reciproche aggressioni e ripicche, in termini tali da non consentire l'attribuzione all'uno o all'altra di uno specifico fatto ingiusto quale causa immediata della reazione. Il riconoscimento della attenuante postula infatti che lo 'stato d'ira' non sia derivato da una contesa caratterizzata da offese reciproche. Pertanto, la determinazione della pena, nel rispetto dei principi di proporzionalità e individualizzazione, deve tenere conto della gravità oggettiva della condotta, senza che possano essere rivalutati in sede di legittimità gli elementi di fatto e le valutazioni compiute dai giudici di merito, ove sorrette da congrua motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta da:

Dott. ROCCHI Giacomo - Presidente

Dott. FIORDALISI Domenico - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Relatore

Dott. CAPPUCCIO Daniele - Consigliere

Dott. TOSCANI Eva - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Ma.Sa. (CUI (Omissis)) nato a K(AFGHANISTAN) il (Omissis)
avverso la sentenza del 27/06/2023 della CORTE APPELLO di TORINO
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere RAFFAELLO MAGI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore STEFANO TOCCI
che ha concluso chiedendo la inammissibilità del ricorso
Trattazione scritta.
IN FATTO E IN DIRITTO
1. Con sentenza emessa in data 21 dicembre 2022 il GIP del Tribunale di Torino -in rito abbreviato - ha affermato la penale responsabilità di Ma.S…

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