Cassazione penale Sez. II sentenza n. 18298 del 22 aprile 2013

ECLI:IT:CASS:2013:18298PEN

Massima

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Il giudice, nel valutare la retrodatazione dei termini di custodia cautelare ai sensi dell'art. 297 c.p.p., comma 3, deve accertare che gli elementi investigativi acquisiti prima del rinvio a giudizio siano sufficienti e idonei a formulare una compiuta contestazione del reato, non essendo sufficiente la mera genericità delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia o il sequestro di documenti che dimostrino soltanto la fedeltà dell'indagato a un'organizzazione criminale. Solo l'acquisizione di una specifica notizia di reato, successiva al decreto che ammette il rito abbreviato, può consentire la retrodatazione della misura cautelare, in quanto consente di ricostruire in modo più preciso la dinamica del fatto contestato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MACCHIA Alberto - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. TADDEI Margheri - rel. Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

difesa di (OMISSIS) nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del Tribunale del riesame di Palermo del 07.11.2012;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Margherita B. Taddei;

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, dott. SPINACI Sante che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con l'ordinanza indicata in epigrafe il Tribunal…

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