Tribunale Amministrativo Regionale Sicilia - Palermo sentenza n. 426 del 2006

ECLI:IT:TARPA:2006:426SENT

Massima

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Il provvedimento amministrativo di annullamento in autotutela di una concessione edilizia rilasciata in passato deve essere adeguatamente motivato in ordine all'interesse pubblico concreto ed attuale che lo giustifica, tenendo conto del consolidamento di posizioni giuridiche soggettive del privato nel lungo periodo di tempo trascorso dal rilascio del titolo abilitativo. Ciò anche quando l'annullamento sia determinato da un errore di fatto iniziale nell'adozione del provvedimento concessorio, salvo che tale errore non sia stato determinato da una rappresentazione dolosa o colposa dei fatti da parte del privato richiedente. La mera affermazione generica dell'interesse pubblico alla salvaguardia di un bene ambientale non è sufficiente a giustificare il sacrificio imposto al privato, specie quando l'organo competente in materia ambientale abbia già espresso un parere favorevole sulla compatibilità paesaggistica dell'opera realizzata. Inoltre, eventuali difformità tra quanto autorizzato e quanto realizzato possono dar luogo a provvedimenti sanzionatori, ma non giustificano l'annullamento dell'intero titolo abilitativo e l'ordine di demolizione dell'intero fabbricato. L'illegittimità del provvedimento di annullamento in autotutela determina l'invalidità derivata dell'ordinanza di demolizione che ne costituisce il presupposto.

Sentenza completa

FATTO
1. Con ricorso ritualmente notificato e depositato, Fr. Ar. e Fr. Ca., n. q., impugnano i provvedimenti di cui in epigrafe chiedendone l'annullamento, vinte le spese, esponendo in fatto quanto segue:
A) "In data 20.12.1978 il Sindaco di Bagheria rilasciò a Fr. Ca. la concessione n. 156 per costruire una casetta per civile abitazione in territorio di Bagheria, contrada Mo., in un lotto di proprietà della stessa. In data 1.2.1990 è deceduta Fr. Ca. lasciando a succederle, come unico erede, il figlio Sa. Ar.", originario ricorrente;
B) "Con i due provvedimenti ora impugnati il sindaco di Bagheria ha revocato la concessione edilizia ed ha ordinato a Fr. Ca. di demolire la costruzione realizzata da circa quindici anni, dichiarata abitabile, regolarmente catastata e per la quale lo Stato ha riscosso anche la imposta di successione".
2. In punto di diritto, i ricorrenti (costituitisi in giudizio in luogo del loro dante causa Sa. Ar.) deducono:

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