Cassazione penale Sez. I sentenza n. 34956 del 27 settembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:34956PEN

Massima

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Il tentativo di omicidio mediante l'utilizzo di un'arma da fuoco, con plurime ferite in parti vitali del corpo della vittima, integra il reato di tentato omicidio, anche qualora l'agente abbia colpito la vittima in zone non letali, in quanto l'impiego di un'arma idonea a cagionare la morte, unitamente al numero e alla localizzazione dei colpi esplosi, dimostrano la sussistenza del dolo omicidiario, non potendosi ritenere che l'agente abbia agito con l'esclusiva finalità di cagionare lesioni. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza del dolo omicidiario, deve attenersi ad un'analisi complessiva delle circostanze fattuali, senza poter essere sindacato in sede di legittimità per il solo fatto di aver privilegiato una ricostruzione alternativa dei fatti, purché la motivazione adottata risulti logica e coerente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. DI TOMASSI Mariastefania - Consigliere

Dott. BONITO Francesc - rel. Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella P. - Consigliere

Dott. CARTA Adriana - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

GU. RA. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 1897/2011 TRIB. LIBERTA' di NAPOLI, del 25/03/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCO MARIA SILVIO BONITO;

sentite le conclusioni del PG, Dott. DELEHAYE Enrico il quale ha chiesto dichiararsi la inammissibilita' del ricorso.

La Corte:

OSSERVA IN FATTO ED IN DIRITTO

1. Con ordinanza in data 25.03.2011, oggetto…

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