Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 20133 del 26 maggio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:20133PEN

Massima

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Il provvedimento di revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari e la sua sostituzione con la custodia cautelare in carcere, adottato dal giudice sulla base dell'accertata violazione del divieto di allontanamento dal luogo degli arresti, è legittimo e adeguatamente motivato, in quanto la valutazione della non affidabilità della diversa versione fornita dai familiari circa l'assenza dell'indagato dall'abitazione al momento del controllo di polizia risulta logica e coerente con le risultanze processuali, senza che sia necessario, ai fini della legittimità del provvedimento, l'accertamento di un concreto pericolo di recidiva o reiterazione criminosa, atteso che la violazione delle prescrizioni inerenti alla misura cautelare degli arresti domiciliari è di per sé indice di un atteggiamento di disprezzo nei confronti delle prescrizioni imposte dall'autorità giudiziaria, tale da giustificare il ripristino della più afflittiva misura della custodia cautelare in carcere.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LATTANZI Giorgio - Presidente

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - rel. Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Mi. Al. , nato il (OMESSO);

avverso l'ordinanza 28 dicembre 2009 del Tribunale del riesame di Bologna che ha respinto la richiesta di sostituzione della misura della custodia cautelare in carcere, con quella originaria degli arresti domiciliari, revocata con provvedimento 20 novembre 2009 del G.I.P. dei Tribunale di Ravenna.

Visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso.

Udita la relazione fatta dal Consigliere Dott.…

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