Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 35983 del 20 luglio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:35983PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'ambito del procedimento di applicazione di una misura di prevenzione personale, può valutare l'attualità della pericolosità sociale del soggetto sulla base di una motivazione che dia conto in modo adeguato e congruo degli elementi fattuali e giuridici rilevanti, senza che sia necessario un puntuale riscontro di ogni singola censura difensiva, purché la decisione risulti sorretta da una logica argomentativa coerente con i principi che regolano l'applicazione di tali misure. In particolare, il giudice può legittimamente valorizzare, ai fini della valutazione della pericolosità sociale, la sussistenza di precedenti penali, anche non definitivi, per reati di particolare allarme sociale, commessi in concorso con altri soggetti e in un arco temporale significativo, nonché i legami del soggetto con ambienti delinquenziali e la mancanza di una stabile occupazione lavorativa, senza che ciò integri un vizio di motivazione censurabile in sede di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Presidente

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. RICCIARELLI Massimo - rel. Consigliere

Dott. GIORDANO ((omissis)) - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso il decreto emesso in data 28/10/2016 della Corte di appello di Catanzaro;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. RICCIARELLI Massimo;
letta la requisitoria depositata dal Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ANIELLO Roberto, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

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