Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 8911 del 7 marzo 2011

ECLI:IT:CASS:2011:8911PEN

Massima

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Il comportamento violento e aggressivo di un soggetto nei confronti di pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro funzioni, anche se provocato da uno stato di ubriachezza, integra il reato di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali, non essendo sufficiente a escludere la responsabilità penale la mera negazione dei fatti da parte dell'imputato o la testimonianza di un terzo che non abbia assistito direttamente all'episodio. Il giudice di merito, nel valutare la credibilità delle diverse versioni dei fatti, può legittimamente privilegiare la ricostruzione fornita dagli stessi pubblici ufficiali, in assenza di elementi probatori decisivi a favore dell'imputato, tenuto conto anche della coerenza e compatibilità delle lesioni riportate con la dinamica dei fatti riferita dai verbalizzanti. Inoltre, il ruolo attivo e determinante dell'imputato nella condotta violenta, nonché la sua recidiva, possono giustificare il diniego delle circostanze attenuanti generiche e l'applicazione di una pena congrua alla gravità del fatto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CONTI Giovanni - Presidente

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Di. Ni. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza del 20/06/2008 della Corte di appello di Brescia;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));

udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile;

udito per l'i…

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