Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: La richiesta del Ministro della Giustizia per procedere nei confronti dello straniero che ha commesso un reato all'estero deve essere presentata entro tre anni dal momento in cui lo straniero ha iniziato a trovarsi, con tendenziale stabilità, sul territorio dello Stato italiano. Tale stabilità può essere desunta non solo dalla presenza di visti di ingresso e di uscita sul passaporto, ma anche da altri elementi di fatto, come la continuità degli incontri della persona offesa con l'imputato e la richiesta di residenza presentata da quest'ultimo, che dimostrino il radicamento dell'imputato nel territorio nazionale per un periodo non inferiore a tre anni. L'interpretazione della norma non può essere limitata a un mero dato formale, come il timbro di ingresso, ma deve tenere conto di un complesso di circostanze che comprovino la stabile presenza dello straniero in Italia per il periodo richiesto dalla legge ai fini della proponibilità della richiesta ministeriale.