Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il ricorso è inammissibile qualora il ricorrente abbia chiaramente specificato nel ricorso introduttivo e ribadito in memorie successive che l'unico interesse sotteso alla proposizione della controversia è quello di conseguire l'aggiudicazione dell'appalto, senza prospettare neppure in via subordinata l'interesse alla mera rinnovazione della procedura di evidenza pubblica. Tale carenza non può essere supplita dal giudice, in quanto il combinato disposto dell'art. 40, comma 1, lett. d), e comma 2 c.p.a. stabilisce espressamente che i motivi di ricorso, a pena di inammissibilità degli stessi, devono essere specifici. La giurisprudenza amministrativa considera inammissibile la modalità di esposizione dei motivi di ricorso per relationem, ovvero mediante rinvio ad altro documento esterno al ricorso introduttivo allo scopo di integrare le ragioni di critica ai provvedimenti impugnati, in quanto ciò si pone in contrasto con il principio di specificità dei motivi imposto dall'art. 40, comma 1, lett. d) Cod. proc. amm. L'inammissibilità non è esclusa dal fatto che il ricorrente abbia rinviato anche alla documentazione versata in giudizio comprendente gli atti della procedura, poiché altrimenti si imporrebbe al giudice di ricostruire le tesi di parte, supplendo al mancato assolvimento dell'onere di specificazione, con esiti comunque incerti non potendo certo ricavarsi dal solo tenore dei documenti depositati in via induttiva le ragioni fondanti la censura articolata in ricorso.