Cassazione penale Sez. V sentenza n. 14496 del 11 aprile 2011

ECLI:IT:CASS:2011:14496PEN

Massima

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Il reato di ingiuria può essere integrato anche in presenza di una situazione di reciprocità di ingiurie e minacce tra le parti, purché sia accertata una condotta persecutoria protratta nel tempo da parte dell'imputato nei confronti della persona offesa e del suo nuovo compagno, in quanto tale condotta esclude l'applicabilità delle esimenti della ritorsione e della provocazione. Inoltre, le dichiarazioni della persona offesa, in quanto parte civile, possono essere ritenute attendibili e sufficienti a fondare la condanna dell'imputato, anche in assenza di riscontri esterni, qualora il giudice di merito abbia motivato adeguatamente il proprio giudizio di credibilità sulla base di elementi come il contesto della rottura del rapporto, il contenuto delle ingiurie e le testimonianze relative ai pregressi contrasti tra le parti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTELLA Mario - Presidente

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. SANDRELLI Gian Giacomo - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) AR. PI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 12/2007 TRIBUNALE di NICOSIA, del 16/03/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 02/03/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAZIA LAPALORCIA;

udito il P.G. in persona del Dott. STABILE Carmine che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udito, per la parte civile, l'avv. Felici Vito che si e' associato al P…

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