Cassazione penale Sez. V sentenza n. 29189 del 23 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:29189PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di un bene può essere legittimamente disposto quando vi siano gravi indizi di reato e fondati motivi per ritenere che il bene sia stato acquistato con i proventi di un'attività illecita, anche in assenza di una dimostrazione puntuale della provenienza illecita dei fondi utilizzati per l'acquisto, qualora il valore del bene risulti sproporzionato rispetto alla capacità reddituale del soggetto e non vi siano elementi sufficienti a giustificarne l'acquisto con redditi di provenienza lecita. In tali casi, il giudice può legittimamente presumere, sulla base di un giudizio di verosimiglianza, che il bene sia stato acquistato con i proventi di attività criminose, salvo che il soggetto non fornisca una prova contraria idonea a superare tale presunzione. La valutazione del giudice di merito in ordine alla sussistenza di tali presupposti è incensurabile in sede di legittimità, se adeguatamente motivata e priva di vizi logici o giuridici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CO. RO. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 21/2010 TRIB. LIBERTA' di BARI, del 15/02/2010:

sentita la relazione fetta dal Consigliere Dott. MARIA VESSICHELLI;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. DELEHAYE Enrico: inammissibilita' del ricorso.

FATTO E DIRITTO

Propone ricorso per cassazione Co. Ro. avverso la ordinanza del Tribunale del riesame di Bari in data 15 febbraio 2010,…

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