Cassazione penale Sez. I sentenza n. 33122 del 23 luglio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:33122PEN

Massima

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Il reato continuato, ai sensi dell'art. 81, comma 2, c.p., richiede l'accertamento di un unitario disegno criminoso, che si manifesti in una pluralità di condotte delittuose, programmate e deliberate sin dall'origine, almeno in linea generale, come mezzi per il conseguimento di un unico scopo o intento specifico. La mera abitualità a delinquere o la ricaduta nel reato, senza tale elemento intellettivo di unità di ideazione, non integrano il reato continuato, il quale presuppone una visibile programmazione iniziale di una pluralità di condotte, pur con possibilità di adattamento alle eventualità del caso. Pertanto, il mero dato temporale, come l'ampio arco di tempo intercorso tra le diverse condotte delittuose, può escludere l'unicità del disegno criminoso, ove indichi una semplice manifestazione di un radicato stile di vita delinquenziale, piuttosto che una programmazione unitaria, anche se non dettagliata, dei reati commessi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IASILLO Adriano - Presidente

Dott. BIANCHI Michele - Consigliere

Dott. LIUNI Teresa - rel. Consigliere

Dott. CENTOFANTI Francesco - Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 14/05/2018 della CORTE APPELLO di MILANO udita la relazione svolta dal Consigliere TERESA LIUNI;
lette le conclusioni del Procuratore generale, Dott. ((omissis)), il quale ha chiesto il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 14/5/2018, la Corte di appello di Milano, in funzione di giudice dell'esecuzione, rigettava l'istanza di (OMISSIS), diretta al riconoscimento della continuazione tra i reati accertati con …

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