Il reato di associazione per delinquere finalizzata all'evasione fiscale mediante l'utilizzo di società cartolari e operazioni commerciali fittizie è configurabile quando emerga, sulla base di un quadro probatorio articolato e logicamente coerente, la sussistenza di un vincolo associativo stabile e duraturo tra più soggetti, la consapevole partecipazione dell'imputato al sodalizio criminoso attraverso condotte significative di attiva e concreta collaborazione, nonché l'indeterminatezza del programma criminoso, anche in assenza di una formale manifestazione di volontà associativa. La qualifica di amministratore di fatto di una società coinvolta nel sistema fraudolento può essere desunta da una pluralità di elementi sintomatici dell'inserimento organico del soggetto nelle dinamiche gestionali, produttive e commerciali della società, quali i rapporti con dipendenti, fornitori e clienti, l'effettiva ingerenza in settori decisionali, l'utilizzo della società per operazioni economiche riconducibili all'imputato, a prescindere dalla titolarità formale di cariche sociali. Ai fini della commisurazione della pena, il giudice deve dare conto in modo articolato degli indici di cui all'art. 133 c.p., con riferimento sia alla gravità del fatto che all'intensità dell'elemento psicologico, motivando adeguatamente anche in ordine al diniego delle attenuanti generiche e all'applicazione delle pene accessorie, in relazione ai singoli reati per i quali è stata pronunciata la condanna.