Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto, nell'esaminare il ricorso avverso il permesso di costruire rilasciato dal Comune di Jesolo per la realizzazione di un intervento di demolizione e ricostruzione con ampliamento ai sensi della L.R. 14/2009, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. La nozione di "edifici preesistenti e circostanti" di cui all'art. 8 del D.M. 1444/1968 deve essere interpretata in senso restrittivo, riferendosi agli edifici immediatamente limitrofi e non a quelli ricadenti in un raggio di 200 metri, come stabilito dalla delibera comunale impugnata. Tale interpretazione estensiva contrasta con la ratio della norma, volta a garantire l'omogeneità delle altezze degli edifici in un contesto urbanistico circoscritto e consolidato. 2. L'art. 9, comma 8-bis, della L.R. 14/2009 consente l'aumento dell'altezza dell'edificio esistente fino ad un massimo del 40%, e non la deroga alle altezze massime stabilite dall'art. 8 del D.M. 1444/1968 per la zona urbanistica di riferimento. Pertanto, l'altezza massima del nuovo edificio deve essere calcolata aumentando nella misura del 40% l'altezza dell'edificio preesistente, e non in base alle altezze degli edifici circostanti. 3. Il calcolo della distanza tra pareti finestrate deve essere effettuato ai sensi dell'art. 8, comma 4-bis, della L.R. 4/2015, che esclude dal computo gli sporti e gli elementi a sbalzo, compresi terrazze e balconi, aggettanti dalla facciata per non più di 1,50 metri. Tale disposizione, adottata in attuazione dell'art. 2-bis del D.P.R. 380/2001, non contrasta con l'art. 117, comma 2, lett. l), della Costituzione. 4. Le censure avverso l'autorizzazione paesaggistica sono irricevibili in quanto tardivamente proposte, non essendo stata dimostrata la diligenza nell'acquisire tempestivamente conoscenza del relativo provvedimento.