Cassazione penale Sez. V sentenza n. 18628 del 14 aprile 2017

ECLI:IT:CASS:2017:18628PEN

Massima

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Il reato di minaccia, previsto dall'art. 612 c.p., è un reato formale di pericolo, per la cui integrazione non è necessario che il bene protetto sia effettivamente leso, essendo sufficiente che il male prospettato sia tale da ingenerare timore nel soggetto passivo, menomandone la sfera della libertà morale. L'elemento essenziale del reato è la limitazione della libertà psichica mediante la prospettazione del pericolo che un male ingiusto possa essere cagionato dall'autore alla vittima, senza che sia necessario che uno stato di intimidazione si verifichi concretamente in quest'ultima; è inoltre irrilevante l'indeterminatezza del male minacciato, purché questo sia ingiusto e possa essere dedotto dalla situazione contingente. La configurabilità del reato di minacce non richiede, pertanto, l'effettiva lesione del bene protetto, essendo sufficiente che la condotta dell'agente sia idonea a ingenerare timore nella vittima, menomandone la libertà morale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. MORELLI Francesca - Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - rel. Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V. S. - Consigliere

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 16/02/2016 della CORTE APPELLO di CATANIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 16/11/2016, la relazione svolta dal Consigliere Dott. MICCOLI GRAZIA;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ORSI LUIGI;
Il Procuratore Generale della Corte di Cassazione, nella persona del Dott. ORSI Luigi, ha concluso chiedendo l…

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