Cassazione penale Sez. I sentenza n. 50900 del 4 dicembre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:50900PEN

Massima

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Il dolo di omicidio può essere ravvisato anche quando l'agente, pur non avendo una volontà diretta di uccidere, abbia agito con consapevolezza e accettazione del rischio di provocare la morte della vittima, come desumibile dalle modalità della condotta, quali la reiterazione e la direzione dei colpi, la parte vitale del corpo presa di mira e quella concretamente attinta. Pertanto, l'omicidio è da qualificarsi come volontario, e non preterintenzionale, quando l'agente, pur non avendo una volontà diretta di uccidere, abbia comunque agito con dolo eventuale, essendo in grado di prevedere e accettare l'elevata probabilità dell'evento morte. Ciò si verifica, in particolare, quando l'agente abbia inflitto alla vittima una pluralità di colpi, anche quando questa era già priva di sensi, dimostrando così una volontà di infierire e di non desistere dall'azione, nonostante la prevedibilità dell'evento letale. Il concorrente morale, che abbia innescato il conflitto e condiviso l'intervento aggressivo dell'autore materiale, pur senza partecipare direttamente all'azione violenta, risponde anch'egli del delitto di omicidio volontario, in quanto la sua condotta, pur non avendo efficienza causale diretta, ha comunque contribuito a determinare l'evento, fornendo stimolo all'azione e un maggiore senso di sicurezza all'autore materiale. La circostanza attenuante del contributo di minima importanza non ricorre quando il ruolo del concorrente, pur non essendo causalmente determinante, non sia tuttavia trascurabile nell'economia generale dell'iter criminoso. Analogamente, l'attenuante della provocazione non può essere riconosciuta quando la sproporzione tra il fatto ingiusto altrui e il reato commesso sia talmente grave e macroscopica da escludere lo stato d'ira, ovvero il nesso causale tra il fatto ingiusto e l'ira, come nel caso in cui l'agente abbia accettato o proposto una sfida per risolvere una contesa, versando così consapevolmente in una situazione illecita.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. NOVIK ((omissis)) - Consigliere

Dott. BONITO F. Maria S. - Consigliere

Dott. CAPRIOGLIO Piera M. - rel. Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 11/2012 CORTE ASSISE APPELLO di LECCE, del 04/03/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 20/11/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PIERA MARIA SEVERINA CAPRIOGLIO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. CANEVELLI Paolo che ha concluso per il rigetto del ricorso;

uditi, per la parte civile, gli avv.ti (OMISSIS…

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