La Soprintendenza, nell'esercizio del potere di tutela del patrimonio culturale e paesaggistico, può imporre condizioni e prescrizioni al progetto edilizio presentato dal privato, anche in deroga al silenzio-assenso, in ragione della valutazione discrezionale e tecnico-specialistica degli interessi pubblici coinvolti, sindacabile in sede giurisdizionale solo per manifesta illogicità, irragionevolezza o travisamento dei fatti, senza che il giudice possa sostituire la propria valutazione a quella dell'Amministrazione. La motivazione della Soprintendenza, pur sintetica, deve essere sufficiente a palesare l'avvenuta ponderazione dei contrapposti interessi e la coerenza delle prescrizioni imposte con la tutela del vincolo paesaggistico, senza necessità di un'analitica risposta alle deduzioni del privato, atteso che le valutazioni tecniche rientrano nell'ampia discrezionalità dell'Amministrazione. L'art. 46, comma 2, l.r. Sicilia n. 17/2004, che prevedeva il silenzio-assenso nei procedimenti di autorizzazione paesaggistica, deve ritenersi abrogato a seguito dell'entrata in vigore dell'art. 20, comma 4, l. n. 241/1990, che esclude l'applicazione del silenzio-assenso per i procedimenti riguardanti il patrimonio culturale e paesaggistico.