La durata delle concessioni estrattive di porfido in Trentino, già in essere alla data di entrata in vigore della legge provinciale n. 7 del 2006, deve essere determinata dal Comune competente sulla base di criteri oggettivi e differenziati, tenendo conto del volume di materiale ancora estraibile, degli investimenti effettuati dalle imprese concessionarie, anche per il miglioramento delle condizioni di sicurezza del lavoro, e delle quantità medie estratte negli ultimi cinque anni, al fine di assicurare un ragionevole termine finale di coltivazione, non superiore alla durata massima di diciotto anni prevista dalla legge per le concessioni ordinarie. Il Comune può inoltre introdurre ulteriori criteri premiali, purché correlati alle finalità di tutela dell'occupazione, di valorizzazione della filiera produttiva locale e di promozione di processi di riorganizzazione aziendale, evitando invece l'imposizione di oneri prestazionali di natura sociale o culturale non direttamente connessi all'attività estrattiva. La determinazione di un termine finale uniforme per tutte le concessioni, finalizzata a consentire una razionale e omogenea riorganizzazione delle aree estrattive, non costituisce di per sé un eccesso di potere, ove risulti coerente con gli indirizzi del piano provinciale di utilizzazione delle sostanze minerali.