Cassazione penale Sez. I sentenza n. 13434 del 21 marzo 2013

ECLI:IT:CASS:2013:13434PEN

Massima

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La custodia cautelare in carcere per il reato di associazione di tipo mafioso (art. 416-bis c.p.) è obbligatoria, salvo che non siano acquisiti elementi dai quali risulti che non sussistono esigenze cautelari. Tale presunzione di adeguatezza della misura più grave opera non solo al momento dell'adozione del provvedimento genetico, ma anche nelle successive vicende relative alla permanenza delle esigenze cautelari, senza che possa trovare applicazione per analogia il meccanismo dello scioglimento del cumulo proprio della fase esecutiva penale. La disciplina di rigore prevista dall'art. 275, comma 3, c.p.p. per il reato di cui all'art. 416-bis c.p. è stata reiteratamente ritenuta dalla Corte Costituzionale ragionevole e proporzionata in considerazione della specificità del fenomeno della criminalità organizzata nel nostro Paese, senza che possa ravvisarsi un contrasto con i principi della CEDU. Pertanto, in presenza di gravi indizi di colpevolezza per il delitto di associazione di tipo mafioso, la custodia cautelare in carcere è la misura obbligatoria, salvo che non emergano elementi che dimostrino l'insussistenza di esigenze cautelari, non potendosi sostituire con misure meno afflittive sulla base di una valutazione della pericolosità sociale dell'imputato o di altri fattori.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. BONITO Francesc - rel. Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

Dott. SANTALUCIA Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 1240/2012 TRIB. LIBERTA' di MILANO, del 07/08/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCO MARIA SILVIO BONITO;

sentite le conclusioni del PG Dott. SPINACI Sante il quale ha chiesto il rigetto del ricorso.

La Corte:

OSSERVA IN FATTO ED IN DIRITTO

1. Con ordinanza del 7 agosto 2012 il Tribunale di Milano, in funzione di giudice del riesame, rigettava l'appello proposto …

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