Il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, di cui all'art. 12, comma 1, del d.lgs. n. 286/1998, come modificato dalla l. n. 189/2002, configura un reato di pericolo o a consumazione anticipata, che si perfeziona per il solo fatto di compiere atti diretti a favorire l'ingresso illegale di uno straniero nel territorio dello Stato o in altro Stato di cui egli non è cittadino o non ha titolo di residenza permanente, senza che assumano rilevanza l'effettività, la durata o le finalità dell'entrata o del transito, né la direzione o la destinazione finale dello straniero. La nuova formulazione della norma incriminatrice, infatti, è volta ad ampliare l'area dell'illecito, anche al fine di adempiere all'impegno assunto dallo Stato italiano di realizzare una più incisiva cooperazione internazionale per il controllo e il contenimento dei fenomeni migratori, nello spirito dell'Accordo di Schengen e delle successive Convenzioni applicative. Pertanto, le dichiarazioni dello straniero sulla destinazione finale del viaggio non possono essere considerate rilevanti ai fini dell'integrazione del reato, in quanto il reato si perfeziona per il solo fatto di compiere atti diretti a favorire l'ingresso illegale, a prescindere dalla durata e dalla destinazione finale del trasferimento.