Il giudice amministrativo, nell'esercizio della propria funzione di controllo sull'attività della pubblica amministrazione, può annullare un provvedimento illegittimo e, ove richiesto, condannare l'amministrazione al risarcimento del danno subito dal privato a causa dell'adozione dell'atto illegittimo. Tuttavia, per ottenere il risarcimento, il privato deve provare in modo completo e dettagliato l'entità del danno patrimoniale subito, non essendo sufficiente la mera allegazione di un principio di prova. Inoltre, il ritardo nell'erogazione di un contributo pubblico, se compensato con la corresponsione di interessi legali e rivalutazione monetaria, non integra di per sé un danno risarcibile, in quanto l'indennizzo del pregiudizio economico derivante dalla mancata disponibilità tempestiva della somma è già assicurato dagli accessori legali. Il giudice amministrativo, infine, non può pronunciarsi sull'impugnazione di atti meramente interlocutori, privi di autonoma efficacia lesiva.