Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 4471 del 29 gennaio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:4471PEN

Massima

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Il dipendente di Poste Italiane, addetto alla cassa/sportello dell'ufficio postale, che si appropria indebitamente di una somma di denaro contante in suo possesso nell'esercizio delle proprie funzioni, commette il reato di peculato di cui all'art. 314 c.p., a prescindere dal fatto che la somma sia stata rinvenuta ancora all'interno dell'ufficio postale e non sia stata materialmente asportata. Ai fini della configurabilità del peculato, è sufficiente che il soggetto agente abbia esercitato un atto di dominio sulla res, esprimendo la volontà di farla propria, senza necessità di ulteriori comportamenti uti dominus. Tuttavia, per la corretta qualificazione giuridica del fatto, è necessario accertare a quale specifica attività postale si ricolleghi l'incasso della somma oggetto di appropriazione, in quanto non tutte le attività svolte dai dipendenti postali integrano necessariamente la qualifica di incaricato di pubblico servizio ai sensi dell'art. 358 c.p. In particolare, le attività di "bancoposta", pur rientrando nell'ambito dei servizi postali, non costituiscono un tutt'uno inscindibile ed omogeneo, ma vanno singolarmente considerate, essendo solo l'attività di raccolta del risparmio postale caratterizzata da una specifica disciplina pubblicistica. Pertanto, il giudice del rinvio dovrà verificare a quale tipologia di attività postale fosse riconducibile l'incasso della somma in questione, al fine di accertare la qualifica rivestita dal dipendente e la conseguente configurabilità del reato di peculato o, eventualmente, di appropriazione indebita. Inoltre, ai fini della concessione dell'attenuante del danno di speciale tenuità, il giudice dovrà valutare non solo il valore economico della somma sottratta, ma anche gli ulteriori effetti pregiudizievoli subiti dalla persona offesa in conseguenza della sottrazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. TRONCI Andrea - rel. Consigliere

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

Dott. COSTANTINI Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 17/04/2018 della CORTE d'APPELLO di PALERMO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso, sentita la relazione svolta dal consigliere Dott. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sost. Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso;
udito il difensore, avv. (OMISSIS), che ha insistito per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Il difensore di fiducia di (OMISSIS) impugna …

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