Cassazione penale Sez. V sentenza n. 19310 del 6 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:19310PEN

Massima

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Il diritto di critica politica non può essere esercitato attraverso espressioni offensive e lesive della dignità morale e intellettuale dell'avversario, ma deve mantenersi entro i limiti della continenza formale e della necessaria motivazione del dissenso. Pertanto, qualora le frasi utilizzate, pur riferendosi a profili di attività politica, assumano un carattere generale ed allusivo tale da poter essere interpretate come un attacco personale estraneo all'ambito della dialettica politica, non può ritenersi integrata la scriminante dell'esercizio del diritto di critica. In tali casi, la condanna per diffamazione è legittima, in quanto il diritto di critica non può giustificare l'uso di espressioni offensive e lesive della reputazione altrui, che esulano dal confronto sulle idee e sull'azione politica.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

quale erede di (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 09/11/2011 della Corte d'Appello di L'Aquila R.G. n. 2316/2007;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione svolta dal Consigliere Dott. Giuseppe De Marzo;

udito il Procuratore Generale, in persona del Dott. Roberto Aniello, che ha concluso per l'inammiss…

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