Cassazione penale Sez. II sentenza n. 22232 del 3 giugno 2024

ECLI:IT:CASS:2024:22232PEN

Massima

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Il delitto di estorsione mediante minaccia si configura quando l'agente prospetta alla persona offesa un pericolo reale e concreto, attribuibile direttamente o indirettamente all'agente stesso, tale da indurre la vittima a subire lo spossessamento voluto dall'agente o a incorrere nel danno minacciato, a differenza della truffa aggravata dal pericolo immaginario, in cui il danno viene prospettato come possibile ed eventuale, senza che la persona offesa sia coartata nella sua volontà, ma si determini all'azione od omissione versando in stato di errore. Ai fini della configurabilità del delitto di estorsione, è sufficiente che l'agente prospetti alla vittima un pericolo concreto, senza necessità di precisare il contenuto dei reati oggetto della minacciata denuncia, atteso che ciò che rileva è l'atteggiamento assunto immediatamente dalla vittima, che per effetto della capacità di intimidazione delle richieste rivolte dall'imputato, abbia eseguito reiterati versamenti di denaro senza approfondire il contenuto di tali richieste. La scelta del rito abbreviato da parte dell'imputato non costituisce di per sé elemento idoneo a giustificare la concessione delle attenuanti generiche, in assenza di altri fattori che ne rendano meritevole la concessione, come la lieve entità del fatto e la personalità dell'agente. La determinazione della pena in misura diversa dal minimo edittale deve essere adeguatamente motivata, con riferimento ai criteri di cui agli artt. 132 e 133 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta da:

Dott. VERGA Giovanna - Presidente

Dott. DI PAOLA Sergio - Relatore

Dott. CIANFROCCA Pierluigi - Consigliere

Dott. MINUTILLO TURTUR Marzia - Consigliere

Dott. MARRA Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Fr.An. nato a M il (Omissis)
avverso la sentenza del 23/06/2023 della Corte d'appello di Venezia
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso; udita la relazione svolta dal Consigliere Sergio Di Paola;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Fulvio Baldi, che ha chiesto annullarsi con rinvio la sentenza impugnata; lette le conclusioni dell'Avv. Al.Za., che ha chiesto accogliersi il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte d'appello di Venezia, con la sentenza impugnata in questa s…

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