Cassazione penale Sez. I sentenza n. 56711 del 17 dicembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:56711PEN

Massima

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Il giudice dell'esecuzione, nel procedimento ai sensi dell'art. 671 c.p.p., è tenuto a fondare il proprio accertamento sulla sussistenza di un medesimo disegno criminoso esclusivamente su quanto ritenuto nei giudizi di cognizione, senza poter considerare elementi probatori diversi da quelli valutati in tali sedi. Il riconoscimento della continuazione tra reati richiede che il soggetto agente, al momento della commissione del primo reato, abbia avuto una rappresentazione, anche se sommaria, dei reati successivi, e che questi siano stati ispirati da un'unica finalità unitaria. La mera circostanza che un reato rientri nel programma criminoso di un'associazione di tipo mafioso non è di per sé sufficiente a integrare il requisito del medesimo disegno criminoso ai fini della continuazione, essendo necessario che al momento dell'adesione al sodalizio il partecipe avesse la rappresentazione della commissione di una specifica serie di reati. Il giudice dell'esecuzione, pertanto, non può riconoscere la continuazione tra il reato associativo e i reati-fine, ove il giudice di cognizione abbia accertato l'autonomia e la separatezza delle condotte criminose, in assenza di una comune ideazione e deliberazione originaria.

Sentenza completa

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 12/01/2018 della CORTE APPELLO di BOLOGNA;
udita la relazione svolta dal Consigliere MICHELE BIANCHI;
lette le conclusioni del PG dott. Pietro Molino che ha chiesto la dichiarazione di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza depositata in data 28.2.2018 la Corte di appello di Bologna, quale Giudice dell'Esecuzione, ha respinto la richiesta presentata in data 17.11.2017 dal difensore di (OMISSIS), ed avente ad oggetto il riconoscimento della continuazione fra i reati di cui alle sentenze pronunciate dalla Corte di appello di Bologna, in data 13.6.2016, e dalla Corte di appello di Napoli, in data 25.5.2015.
L'ordinanza ha osservato che la istanza riguardava reati con diverso bene giuridico tutelato, commessi in tempi e luoghi fra loro distanti - tentata estorsione commessa in Romagna sino al 6.11.2010, da una parte, partecipazione …

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