Cassazione penale Sez. III sentenza n. 28250 del 20 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:28250PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il delitto di associazione per delinquere sussiste quando più soggetti, in numero superiore a tre, si accordano in modo stabile e permanente per commettere una serie indeterminata di reati, mediante un patto diretto al perseguimento di fini illeciti comuni, a prescindere dall'effettiva realizzazione dei singoli reati programmati e dalla partecipazione di tutti gli associati alla commissione di ciascuno di essi. L'elemento distintivo tra l'associazione per delinquere e il concorso di persone nel reato risiede nel carattere dell'accordo criminoso, che nel concorso è diretto alla commissione di uno o più reati specifici, mentre nell'associazione è finalizzato all'attuazione di un più ampio programma criminoso. Ai fini della sussistenza del reato associativo, è sufficiente che emerga un rilevante numero di elementi indiziari convergenti, senza che sia necessaria una complessa organizzazione o una struttura gerarchica. Il pericolo di reiterazione criminosa, quale esigenza cautelare, può essere desunto dalla natura dell'organizzazione criminosa posta in essere, dalla sua capacità di operare stabilmente e sistematicamente, nonché dalla valutazione della personalità degli indagati, anche in assenza di recenti condotte delittuose. La misura cautelare dell'obbligo di dimora, pur essendo meno afflittiva rispetto a quella richiesta dal pubblico ministero, può ritenersi adeguata a fronteggiare il pericolo di reiterazione criminosa, qualora risulti proporzionata alla gravità del fatto e alla personalità dell'indagato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE MAIO Guido - Presidente

Dott. CORDOVA Agostino - Consigliere

Dott. PETTI Ciro - Consigliere

Dott. LOMBARDI Alfredo Maria - Consigliere

Dott. AMORESANO Silvio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Avv. Veneziano Nicola difensore di fiducia di Ar. Cl. , n. a (OMESSO), avverso l'ordinanza in data 25.11.2009 del Tribunale di Catanzaro, con la quale, in riforma dell'ordinanza del G.I.P. del Tribunale di Lamezia Terme in dato 15.4.2009, e' stata applicata all' Ar. la misura cautelare dell'obbligo di dimora nel territorio del Comune di residenza, quale indagato dei reati di cui all'articolo 416 c.p. del Decreto Legislativo n. 74 del 2000, articolo 2 (capo B) e del Decreto…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.