Il Comune è tenuto a provvedere sulla richiesta di riclassificazione urbanistica di un'area a seguito della decadenza del vincolo preordinato all'esproprio, adottando una variante al piano regolatore generale entro il termine di tre mesi dalla scadenza del vincolo. In caso di inerzia del Comune, il proprietario può promuovere gli interventi sostitutivi della Regione o chiedere l'accertamento dell'illegittimità del silenzio dinanzi al giudice amministrativo. La scelta della nuova destinazione urbanistica rientra nel potere discrezionale del Comune, che deve tuttavia verificarne la coerenza con la disciplina urbanistica generale e la rispondenza all'interesse pubblico, potendo anche reiterare il vincolo scaduto purché adeguatamente motivato. L'obbligo di provvedere sulla riclassificazione può essere assolto sia attraverso una variante specifica, sia attraverso una variante generale al piano regolatore. In caso di ulteriore inerzia del Comune, il giudice può nominare un commissario ad acta per l'adozione del provvedimento richiesto.