La risoluzione di una convenzione di affidamento di un impianto sportivo da parte dell'amministrazione comunale è legittima qualora sia stata preceduta dalla comunicazione di avvio del procedimento e dalla diffida all'immediato sgombero dell'impianto, nel rispetto del principio del contraddittorio e del giusto procedimento amministrativo. L'amministrazione comunale, nell'esercizio dei propri poteri di autotutela, può legittimamente disporre la risoluzione di una convenzione di affidamento di un impianto sportivo, previa comunicazione di avvio del procedimento e diffida all'immediato sgombero dell'impianto, al fine di tutelare l'interesse pubblico alla corretta gestione e manutenzione della struttura. Tale potere di risoluzione contrattuale, tuttavia, deve essere esercitato nel rispetto del principio del contraddittorio e del giusto procedimento amministrativo, garantendo all'affidatario la possibilità di presentare le proprie deduzioni e controdeduzioni. La risoluzione della convenzione, pertanto, è legittima qualora sia stata preceduta dalla comunicazione di avvio del procedimento e dalla diffida all'immediato sgombero dell'impianto, consentendo all'affidatario di esercitare il proprio diritto di difesa. L'amministrazione comunale, nell'esercizio di tali poteri, deve altresì valutare attentamente la proporzionalità della misura adottata, bilanciando l'interesse pubblico alla corretta gestione dell'impianto con gli interessi privati dell'affidatario. La risoluzione contrattuale, pertanto, rappresenta uno strumento eccezionale, da utilizzare solo in presenza di gravi e comprovati inadempimenti dell'affidatario, nel rispetto dei principi di buona fede e correttezza che devono informare i rapporti contrattuali tra amministrazione e privati.