Cassazione penale Sez. II sentenza n. 7002 del 13 febbraio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:7002PEN

Massima

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Il giudice, nel disporre una misura cautelare personale, è tenuto a motivare in modo autonomo e specifico l'esistenza dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari, senza limitarsi a un mero richiamo formale agli atti del procedimento. Tale obbligo di motivazione rafforzata, introdotto dalla legge n. 47 del 2015, risponde all'esigenza di assicurare la chiara intelligibilità dell'iter logico-argomentativo seguito dal giudice, al fine di evitare provvedimenti di natura meramente apparente. Pertanto, la motivazione per relationem o l'incorporazione della richiesta del pubblico ministero nell'ordinanza del giudice sono legittime, purché sia possibile affermare che il giudice abbia effettivamente vagliato gli elementi di fatto ritenuti decisivi, senza il ricorso a formule stereotipate, e ne abbia spiegato la rilevanza ai fini dell'affermazione dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari nel caso concreto. Il profilo valutativo va scrutinato alla luce della totalità dell'impianto motivazionale del provvedimento, tenendo conto della complessità della struttura dello stesso, soprattutto in presenza di posizioni analoghe o di imputazioni descrittive di fatti commessi con modalità "seriali", in cui il giudice può ricorrere ad una valutazione cumulativa, purché risulti evidente la ragione giustificativa della misura in relazione ai soggetti attinti e agli addebiti, di volta in volta, considerati per essi sussistenti. La nullità prevista dall'art. 292 c.p.p. sussiste solo in presenza di un'ordinanza priva di motivazione sul punto, ovvero con motivazione meramente apparente, in quanto non significativa di uno specifico apprezzamento del quadro indiziario e/o cautelare. Il difetto di autonoma valutazione va tenuto rigorosamente distinto dalla mera insufficienza della motivazione, suscettibile di essere "sanata" dall'intervento del giudice del riesame.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Presidente

Dott. VERGA Giovann - rel. Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

Dott. CIANFROCCA Pierluigi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 280/2018 TRIB. LIBERTA' di TORINO, del 22/03/2018;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIOVANNA VERGA;
lette/sentite le conclusioni del PG Dott. DI NARDO MARILIA, che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore Avv. (OMISSIS), che insiste nei motivi di ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Ricorre per cassazione (OMISSIS) avverso il provvedimento del Tribunale del riesame di Torino che 22.3.2018 …

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