Cassazione penale Sez. V sentenza n. 1778 del 20 gennaio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:1778PEN

Massima

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Il giudice della prevenzione, nel valutare l'applicazione di una misura di prevenzione personale, può autonomamente considerare gli elementi costituiti dai precedenti o dalle pendenze giudiziarie del proposto, sottoponendoli a nuova ed autonoma valutazione e dando conto, in motivazione, delle ragioni per cui essi siano da ritenere sintomatici dell'attuale pericolosità sociale del soggetto. Tali elementi possono includere anche quelli contenuti in un'ordinanza di applicazione di misura cautelare, purché siano idonei a confermare l'attualità della pericolosità del proposto, anche in relazione a un suo possibile coinvolgimento in un contesto associativo di tipo mafioso. L'adeguatezza della misura di prevenzione adottata deve essere sorretta da una motivazione logica e non contraddittoria, che valuti complessivamente il quadro indiziario, anche se alcuni elementi risalgono a periodi lontani nel tempo, purché siano comunque espressivi di una pericolosità sociale attuale del soggetto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. ARMANO Uliana - rel. Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) FO. AN. N. IL (OMESSO);

avverso il decreto n. 34/2008 CORTE APPELLO di CATANZARO, del 22/12/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ULIANA ARMANO;

lette/sentite le conclusioni del PG di rigetto.

FATTO E DIRITTO

Fo. An. ha proposto ricorso per cassazione, a mezzo difensore di fiducia, avverso il decreto della Corte di Appello di Catanzaro del 22-12-2009 che aveva rigettato l'appello proposto avverso il decreto del Tribunale di Crotone …

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