Il reato di omissione dei lavori necessari per rimuovere il pericolo di rovina di un edificio, previsto dall'art. 677 comma 3 c.p., si estingue per prescrizione quando, in assenza di una comprovata prosecuzione dell'attività illecita successiva all'emissione del decreto penale, il termine massimo di prescrizione, pari a cinque anni per le contravvenzioni, risulta decorso, tenuto conto del dies a quo rappresentato dalla data di emissione del decreto penale e dei periodi di sospensione. Ai fini della configurabilità dell'elemento soggettivo del reato, è necessaria una volontà cosciente e libera, cui è condizionata l'imputabilità anche in riferimento al reato contravvenzionale ai sensi dell'art. 42 c.p., e che è esclusa dalla oggettiva impossibilità di esecuzione dei lavori non dipendente da colpa, come nel caso in cui la mancata collaborazione del proprietario dell'appartamento sovrastante e le infiltrazioni derivanti da tale appartamento abbiano inciso sulla commissione del fatto. Pertanto, il giudice deve valutare attentamente le risultanze probatorie, senza limitarsi al solo dato formale del mancato rilascio del certificato di eliminato pericolo da parte di un professionista abilitato, al fine di accertare la sussistenza dell'elemento soggettivo del reato.