Consiglio di Stato sentenza breve n. 3088 del 2016

ECLI:IT:CDS:2016:3088SENB

Massima

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Il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato può essere legittimamente negato quando il livello di reddito percepito dal richiedente risulti ampiamente inferiore alla soglia stabilita dall'ordinamento per l'assegno sociale, anche in presenza di un contratto di lavoro a tempo determinato stipulato nelle more del procedimento, in quanto tale contratto non è sufficiente a dimostrare una prospettiva reddituale sufficientemente remunerativa e stabile. Ciò vale anche quando il richiedente possa fare affidamento sulle risorse economiche di un familiare convivente, in quanto la valutazione deve necessariamente incentrarsi sull'autonomo possesso di redditi da parte dell'interessato. Il giudice amministrativo, nel valutare la legittimità del diniego di rinnovo, deve considerare l'intera situazione reddituale del richiedente a partire da un congruo periodo precedente, senza limitarsi ai soli fatti sopravvenuti nel corso del procedimento. Il principio di diritto è che il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato può essere legittimamente negato quando il richiedente non dimostri di possedere redditi sufficienti e stabili, a prescindere da eventuali contratti di lavoro a tempo determinato o dalla disponibilità di risorse economiche di familiari conviventi, essendo necessario che l'interessato dimostri l'autonomo possesso di mezzi di sussistenza adeguati.

Sentenza completa

N. 02870/2016
REG.RIC.

N. 03088/2016REG.PROV.COLL.

N. 02870/2016 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Terza)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

ex artt. 38 e 60 cod. proc. amm.
sul ricorso numero di registro generale 2870 del 2016, proposto dal signor ((omissis)), rappresentato e difeso dagli avvocati ((omissis)) ed ((omissis)), con domicilio eletto presso la Segreteria della Terza Sezione del Consiglio di Stato, in Roma, piazza Capo di Ferro, n. 13;

contro

Il Ministero dell'Interno, in persona del Ministro p.t., rappresentato e difeso per legge dall'Avvocatura Generale dello Stato, presso i cui uffici è domiciliato in Roma, alla via dei Portoghesi, n. 12;

per la riforma

della sentenza del T.A.R. per la Lombardia, –Sezione staccata di Brescia, Sez. II, n. 1447/2015, resa …

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