Cassazione penale Sez. V sentenza n. 5227 del 3 febbraio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:5227PEN

Massima

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Il reato di ingiuria non sussiste quando l'espressione verbale, pur formulata in modo scomposto ed ineducato, si risolva in una dichiarazione di mera insofferenza rispetto all'azione del soggetto nei cui confronti è diretta, senza contenere offese all'onore o al decoro della persona, tenuto conto del contesto in cui è stata pronunciata e dello standard di sensibilità sociale del tempo. In tali casi, la valenza offensiva dell'espressione deve essere valutata con riferimento alle circostanze concrete in cui è stata proferita, come la presenza di un pregresso conflitto tra le parti, la concitazione del momento e il fatto che l'espressione non fosse rivolta direttamente alla persona offesa ma utilizzata per descrivere la sua azione agli agenti intervenuti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. DE MARZO Giusep - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 02/10/2012 del Tribunale di Nicosia R.G. n. 12/2012;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione svolta dal Consigliere Dott. Giuseppe De Marzo;

udito il Procuratore Generale, in persona del Dott. Maria Giuseppina Fodaroni, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito, per la parte civile, l'Avv. (OMISSIS), il quale ha conclu…

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