Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 9139 del 1 marzo 2019

ECLI:IT:CASS:2019:9139PEN

Massima

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Il reato di partecipazione ad un'associazione per delinquere finalizzata alla turbativa di gare pubbliche e alla frode in pubbliche forniture può essere configurato anche in assenza dell'effettiva alterazione del risultato della competizione, essendo sufficiente l'accertamento di accordi collusivi tra le imprese partecipanti. A tal fine, rilevano elementi quali la presentazione di offerte previamente concordate, l'aggiudicazione a imprese ignare, l'esecuzione dei lavori da parte di società diverse da quella risultata aggiudicataria, la previsione di una remunerazione fissa per l'impresa aggiudicataria, nonché la creazione di una società centrale di coordinamento delle offerte. La gravità indiziaria a carico di un singolo imprenditore può desumersi dalla partecipazione della sua impresa alle gare alterate, dalla disponibilità di timbri e documenti di altre società del cartello, dall'intermediazione fittizia tra imprese, nonché da conversazioni telefoniche che dimostrino la sua consapevolezza del contesto illecito. Il pericolo concreto e attuale di reiterazione criminosa è ravvisabile nella sofisticata struttura organizzativa del cartello, nella pluralità delle condotte illecite e nella fitta rete di relazioni instaurate dall'imprenditore nel settore, anche in caso di sequestro delle sue aziende. Tuttavia, l'omessa indicazione della durata della misura interdittiva applicata comporta l'annullamento parziale del provvedimento, con rinvio al giudice di merito per la relativa motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. APRILE Ercole - Consigliere

Dott. ROSATI Martino - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 26/07/2018 del Tribunale di Catanzaro;
udita la relazione svolta dal Consigliere Rosati Martino;
sentite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Angelillis Ciro, che ha chiesto l'annullamento dell'ordinanza con rinvio, per la omessa indicazione della durata della misura interdittiva, ed il rigetto del ricorso nel resto;
udito il difensore del ricorrente, avvocato (OMISSIS) del foro di Cosenza…

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