Cassazione penale Sez. II sentenza n. 6951 del 23 febbraio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:6951PEN

Massima

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Il reato di associazione di tipo mafioso può essere provato sulla base di plurime e convergenti dichiarazioni di collaboratori di giustizia, anche se non prive di alcune discrasie, purché siano dotate di intrinseca attendibilità e trovino riscontri oggettivi nelle risultanze investigative. La partecipazione all'associazione può essere desunta anche dalla commissione di reati-fine, dalle loro modalità esecutive e dalle condotte degli imputati, in quanto manifestazione concreta dell'operatività del sodalizio criminoso, senza che ciò comporti una violazione del diritto di difesa. Il giudice di merito gode di ampio potere discrezionale nella valutazione della gravità del fatto e della personalità dell'imputato ai fini della concessione delle circostanze attenuanti generiche e della determinazione della pena, il cui controllo in sede di legittimità è limitato alla verifica della logicità e coerenza della motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIRENA ((omissis)) - Presidente

Dott. PAGANO Filiberto - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - rel. Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BU. OR. N. IL (OMESSO);

2) SC. GA. N. IL (OMESSO);

3) TO. GI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 754/2009 CORTE APPELLO di CALTANISSETTA, del 10/02/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 09/02/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. CHINDEMI Domenico;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'ANGELO Giovann…

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