L'amministrazione è tenuta a concludere il procedimento amministrativo con un provvedimento espresso entro i termini previsti dalla legge, anche in materia di emersione dal lavoro irregolare. Decorsi tali termini senza l'adozione di un provvedimento, il ricorrente può proporre ricorso avverso il silenzio senza necessità di previa diffida, fin quando perdura l'inadempimento e comunque non oltre un anno dalla scadenza dei termini. In tal caso, il giudice amministrativo ordina all'amministrazione di definire la procedura con un provvedimento espresso entro un termine perentorio. Il mancato rispetto dei termini procedimentali, infatti, comporta l'obbligo per l'amministrazione di concludere il procedimento, senza che possano rilevare eventuali giustificazioni o cause di sospensione del termine. Il principio di certezza dei tempi del procedimento amministrativo, sancito dalla legge n. 241 del 1990, impone all'amministrazione di adottare un provvedimento espresso, anche in assenza di una specifica istanza di parte, al fine di garantire la tutela dell'interesse del privato all'ottenimento di una decisione in tempi certi. Tale obbligo di provvedere grava sull'amministrazione a prescindere dalla fondatezza della pretesa sostanziale fatta valere dal privato, essendo finalizzato a consentire l'accesso alla tutela giurisdizionale.