Il beneficio della non menzione della condanna nel casellario giudiziale, previsto dall'art. 175 c.p., è fondato sul principio dell'"emenda" e tende a favorire il processo di recupero morale e sociale del condannato, essendo diverso dalla sospensione condizionale della pena. La sua concessione è subordinata esclusivamente alla valutazione positiva o negativa delle circostanze indicate nell'art. 133 c.p., senza che il giudice possa fare riferimento ad altri criteri di valutazione, come l'"interesse pubblico alla conoscenza della pronuncia di condanna". Il diniego di tale beneficio deve essere adeguatamente motivato in relazione alle circostanze di cui all'art. 133 c.p., non essendo sufficiente il mero richiamo all'"interesse pubblico". Qualora il giudice abbia già valutato in modo benevolo i criteri di cui all'art. 133 c.p. nella determinazione della pena, non sussistono ragioni ostative alla concessione del beneficio della non menzione, che deve essere riconosciuto senza necessità di ulteriori accertamenti.