Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 22273 del 8 giugno 2012

ECLI:IT:CASS:2012:22273PEN

Massima

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Il diritto di difesa dell'imputato, anche se esercitato in modo improprio o indiretto, esclude la configurabilità del reato di calunnia quando l'imputato, nel respingere un'accusa a suo carico, contesti implicitamente la veridicità della denuncia nei suoi confronti, senza tuttavia formulare esplicite accuse false contro terzi, purché tale contestazione risulti funzionalmente connessa all'oggetto della contestazione nei suoi confronti. In tali casi, la condotta dell'imputato, ancorché contenente affermazioni non veritiere, deve ritenersi scriminata dall'esercizio del diritto di difesa di cui all'art. 51 c.p., non potendo essere punita a titolo di calunnia.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. GRAMENDOLA Francesco P - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgi - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 17 febbraio 2011 emessa dalla Corte d'appello di Genova;

visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;

udita la relazione del Consigliere Dott. ((omissis));

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con sentenza del 29 ge…

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