La libertà di associazione, sancita dall'art. 18 Cost., implica anche la libertà di recesso dall'associazione, che non può essere limitata da clausole statutarie particolarmente gravose e tali da rendere il vincolo associativo di fatto indissolubile. Tuttavia, l'autonomia privata consente alle parti di regolare diversamente dalla legge il diritto di recesso, purché ciò non comporti forme coercitive irrazionali o contrarie alla libertà di dissociazione. Pertanto, le clausole statutarie che subordinano il recesso alla permanenza del socio nella compagine associativa in ragione del possesso di un titolo azionario, determinando un nesso indissolubile tra la qualità di socio e la titolarità di quote, possono essere ritenute nulle per contrasto con il principio costituzionale della libertà di associazione, qualora risultino particolarmente gravose e tali da rendere di fatto impossibile l'esercizio del diritto di recesso.