Il peculato militare continuato di buoni carburante commesso da un militare in servizio presso un comando, attraverso l'appropriazione indebita di tali buoni e il loro utilizzo per scopi personali, integra il reato di peculato militare continuato. La mancata audizione di un testimone della difesa, ritenuta irrilevante dalla Corte di Cassazione in quanto le circostanze su cui avrebbe dovuto deporre esulano dalle sue competenze e non incidono sulla prova della condotta appropriativa, non determina la nullità della sentenza. Parimenti, la mancata rinnovazione dell'interrogatorio dell'imputato dopo l'annullamento della precedente richiesta di rinvio a giudizio non comporta la nullità della successiva richiesta, in quanto l'onere di richiedere un nuovo interrogatorio spetta alla difesa, che non lo ha fatto. Infine, il potere del giudice di non ammettere domande testimoniali ritenute non pertinenti o non corrette non integra una violazione del diritto di difesa. La sentenza di condanna per peculato militare continuato, pertanto, è conforme ai principi di diritto, in quanto la condotta appropriativa del militare è stata adeguatamente provata, nel rispetto delle garanzie difensive.