Cassazione penale Sez. II sentenza n. 50947 del 8 novembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:50947PEN

Massima

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Il giudice, nel pronunciarsi sulla concessione del beneficio della non menzione della condanna, è tenuto a valutare con adeguata motivazione le circostanze del caso concreto, considerando la natura e la gravità del reato, la personalità dell'imputato, il suo comportamento processuale e la sua condotta successiva al fatto, al fine di stabilire se la non menzione della condanna sia compatibile con le finalità rieducative della pena e con l'esigenza di prevenzione generale. Tale valutazione discrezionale, pur non essendo vincolata a criteri predeterminati, deve comunque essere sorretta da una motivazione congrua e logicamente coerente, che dia conto delle ragioni per le quali il beneficio è stato concesso o negato. L'omissione di tale pronuncia, in presenza di una specifica richiesta dell'imputato, determina l'annullamento della sentenza con rinvio ad altra sezione del giudice di appello, ferma restando la definitività della pronuncia sulla responsabilità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antonio - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. TADDEI Margheri - rel. Consigliere

Dott. DE SANTIS Annamaria - Consigliere

Dott. COSCIONI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 3099/2016 della Corte d'appello di Milano, Sezione Quinta Penale, del 22.04.2016;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. TADDEI Margherita B.;
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. BALDI Fulvio, che ha concluso per l'annullamento senza rinvio con concessione del beneficio.
MOTIVI della DECISIONE
1. Avverso la se…

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