Il pubblico ufficiale che, in concorso con altri, turba il regolare svolgimento di una gara d'appalto pubblico, rivelando informazioni riservate e compiendo atti contrari ai doveri del proprio ufficio al fine di favorire l'aggiudicazione dell'appalto a un determinato soggetto, commette i reati di turbata libertà degli incanti, rivelazione di segreto d'ufficio e corruzione. Tali condotte, volte a procurare un ingiusto vantaggio patrimoniale per sé o per altri, integrano altresì il reato di abuso d'ufficio. Pur in presenza di una causa di estinzione del reato per intervenuta prescrizione, il giudice non è tenuto a pronunciare un proscioglimento nel merito, potendo dichiarare l'estinzione del reato ai sensi dell'art. 129, comma 2, c.p.p., qualora le circostanze idonee ad escludere l'esistenza del fatto, la commissione del medesimo da parte dell'imputato e la sua rilevanza penale non emergano dagli atti in modo assolutamente non contestabile, richiedendo invece un approfondito apprezzamento del complessivo compendio probatorio.