Il sequestro preventivo di beni mobili e immobili può essere disposto dal giudice anche nei confronti di soggetti terzi estranei all'indagine, qualora sia accertata la sussistenza dei presupposti di legge per la confisca per equivalente del profitto del reato, in relazione ai reati tributari di cui al D.Lgs. n. 74/2000. Il giudice, nel motivare il provvedimento di sequestro, deve indicare in modo logico e coerente la configurabilità astratta dei reati contestati all'indagato e la sussistenza del nesso di pertinenzialità tra i beni sottoposti a sequestro e il profitto illecito, anche quando i beni appartengano a soggetti terzi. Il ricorso per cassazione avverso il decreto di sequestro è ammesso solo per violazione di legge, intesa come errores in iudicando o in procedendo, ovvero per vizi della motivazione così radicali da renderla del tutto mancante o priva dei requisiti minimi di coerenza, completezza e ragionevolezza. Il mancato rispetto del termine di impugnazione di dieci giorni dalla data di esecuzione del sequestro comporta l'inammissibilità del ricorso.