Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La confisca di denaro disposta in sede penale è legittima solo se il denaro appartiene all'imputato o a soggetti a lui riconducibili, non potendo essere confiscato il denaro di terzi estranei al reato. Pertanto, la confisca del denaro appartenente al padre dell'imputato, regolarmente documentato come derivante dalla sua attività lavorativa, è illegittima per difetto di legittimazione passiva in capo all'imputato. Il giudice è tenuto a motivare adeguatamente la decisione di confisca, non potendo ometterne l'esame in presenza di elementi che ne escludono la legittimità. L'omessa o insufficiente motivazione su tale aspetto determina l'annullamento della sentenza con rinvio per un nuovo esame. La sentenza della Corte Costituzionale che interviene sulla disciplina normativa applicabile deve essere tempestivamente valutata dal giudice ai fini della rideterminazione della pena, non potendo ometterne l'esame in sede di decisione.