Cassazione penale Sez. I sentenza n. 6248 del 22 febbraio 2022

ECLI:IT:CASS:2022:6248PEN

Massima

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La partecipazione ad associazione di stampo mafioso si configura quando l'agente risulta stabilmente inserito nella struttura organizzativa dell'associazione, mettendosi a disposizione in via permanente per il perseguimento dei comuni fini criminosi, anche senza una formale affiliazione rituale, purché tale inserimento sia comprovato da comportamenti concludenti idonei a dimostrarne l'effettiva appartenenza e la concreta contribuzione alle attività del sodalizio. L'accertamento di tale condotta partecipativa, che può assumere le forme più varie, spetta al giudice di merito il quale, sulla base di un complessivo apprezzamento degli elementi probatori, deve verificare la sussistenza di un vincolo associativo stabile e duraturo, la consapevolezza dell'agente di far parte dell'organizzazione criminale e il suo concreto apporto alle sue finalità, anche attraverso il compimento di reati-fine. Il giudizio di responsabilità per il delitto di cui all'art. 416-bis c.p. non richiede necessariamente la prova di atti di violenza o minaccia, essendo sufficiente la dimostrazione dell'inserimento dell'agente nella struttura associativa e del suo contributo alla realizzazione degli scopi del sodalizio, anche attraverso condotte meramente organizzative o di messa a disposizione delle proprie risorse. La configurabilità della continuazione tra il reato associativo e i reati-fine commessi dagli associati va valutata caso per caso, sulla base di un giudizio di fatto rimesso al prudente apprezzamento del giudice di merito, il quale deve verificare l'identità del disegno criminoso sotteso alla realizzazione di entrambe le fattispecie, senza che possa operare una presunzione di continuazione fondata sulla mera appartenenza dell'agente all'associazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IASILLO Adriano - Presidente

Dott. CASA Filippo - Consigliere

Dott. BONI Monica - rel. Consigliere

Dott. APRILE Stefano - Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 17/01/2020 della CORTE APPELLO di BOLOGNA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere BONI MONICA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore DALL'OLIO MARCO che ha concluso chiedendo dichiararsi inammissibili i ricorsi.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza deliberata il 17 gennaio 2020, la Corte di appello di Bologna confermava la senten…

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