Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto da una società titolare di un'autorizzazione per un impianto di trattamento e gestione di fanghi derivanti dalla depurazione delle acque reflue, avente ad oggetto l'impugnazione di atti relativi al procedimento di adeguamento dell'impianto ai sensi della DGR n. 2031/2014, ha dichiarato l'improcedibilità del ricorso per sopravvenuto difetto di interesse, in considerazione della dichiarazione di rinuncia della società ricorrente e dell'evoluzione positiva del procedimento a seguito dell'ordinanza cautelare emessa dal Tribunale, che aveva disposto il riesame dell'istanza di adeguamento da parte della Provincia di Lodi. Il Tribunale ha rilevato che, in ragione della mancata costituzione in giudizio delle parti intimate e dell'esito positivo della vicenda quale frutto di un'articolata attività procedimentale, non vi fosse luogo a provvedere sulle spese di giudizio. La massima che può essere tratta dalla sentenza è la seguente: Il ricorso giurisdizionale diviene improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse quando, a seguito di un'articolata attività procedimentale e di un provvedimento cautelare del giudice amministrativo che ne abbia disposto il riesame, l'Amministrazione competente adotti una determinazione favorevole alla parte ricorrente, la quale dichiari di non avere più interesse alla decisione. In tali casi, tenuto conto della mancata costituzione in giudizio delle parti intimate e dell'esito positivo della vicenda, non vi è luogo a provvedere sulle spese di giudizio.