Consiglio di Stato sentenza n. 2415 del 2021

ECLI:IT:CDS:2021:2415SENT

Massima

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Il potere di pianificazione urbanistica del Comune è ampiamente discrezionale e non è condizionato dalla pregressa indicazione, nel precedente piano regolatore, di destinazioni d'uso edificatorie diverse e più favorevoli, essendo sfornita di tutela la generica aspettativa alla non reformatio in peius o alla reformatio in melius delle destinazioni impresse da un previgente P.R.G. Le scelte di pianificazione sono espressione di un'amplissima valutazione discrezionale, insindacabile nel merito, e non richiedono una motivazione puntuale che ponga in comparazione gli interessi pubblici perseguiti dall'ente pianificatore con quelli confliggenti dei privati, essendo censurabili oltre che per violazione di legge, solo per illogicità o irragionevolezza ovvero insufficienza della motivazione. La pianificazione urbanistica, dovendo immaginare un assetto ideale del territorio per il futuro, ben può, in prospettiva, ipotizzare una conformazione dei luoghi che, seppure non corrispondente a quella dell'area in quel momento, potrebbe essere raggiunta in futuro, ove il proprietario reputasse di mutare l'attuale destinazione d'uso per imprimerne una diversa e conforme a quelle previste per la destinazione di zona pianificata, a meno che la destinazione di piano prescelta non risulti del tutto manifestamente irragionevole e concretamente irrealizzabile in ragione delle caratteristiche dei luoghi. La legge regionale n. 31 del 2014 della Regione Lombardia, pur fissando principi programmatici e regole puntuali, non inibisce tutte le attività di pianificazione in variante da parte dei Comuni, ma consente quelle espressamente previste dal comma 4 dell'art. 5, che non comportino nuovo consumo di suolo e siano dirette alla riorganizzazione planovolumetrica, morfologica, tipologica o progettuale delle previsioni di trasformazione già vigenti, per la finalità di incentivarne e accelerarne l'attuazione. Le osservazioni presentate dai privati in occasione dell'adozione di un nuovo strumento di pianificazione del territorio costituiscono un mero apporto collaborativo che non implica un onere di puntuale e analitica confutazione da parte del Comune, il quale può procedere fornendo una risposta unica per gruppi di osservazioni di tenore omogeneo, in ragione dell'elevato numero di osservazioni ricevute. Non sussiste l'obbligo di convocazione della Conferenza finale di valutazione ambientale strategica (V.A.S.), ai sensi della delibera n. 9/761 della Regione Lombardia, qualora il Comune ritenga, attraverso una valutazione discrezionale, che non siano stati acquisiti al procedimento nuovi elementi conoscitivi e valutativi.

Sentenza completa

Pubblicato il 22/03/2021

N. 02415/2021REG.PROV.COLL.

N. 05036/2019 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Quarta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 5036 del 2019, proposto dalla Genesis s.r.l. in liquidazione, in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentata e difesa dall’avvocato Bruno Santamaria, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio Giovanni Corbyons in Roma, via Cicerone, n. 44;

contro

il Comune di Monza, in persona del Sindaco
pro tempore
, rappresentato e difeso dagli avvocati Maria Assunta Banza, Annalisa Bragante, Giancosimo Maludrottu e Paola Giovanna Brambilla, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

nei confronti

della Provincia di…

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