Il diniego di condono edilizio e l'ordine di demolizione di manufatti abusivi sono legittimi quando i manufatti, per i materiali utilizzati e le loro dimensioni, risultano radicalmente incompatibili con il vincolo paesaggistico gravante sull'area, senza che l'amministrazione sia tenuta a indicare specifiche prescrizioni per rendere le opere compatibili, essendo sufficiente accertare l'attuale incompatibilità. L'amministrazione, inoltre, non è obbligata a una puntuale confutazione delle ragioni addotte dal privato in sede partecipativa, essendo sufficiente che abbia debitamente valutato il contributo offerto. L'ordine di demolizione non è inficiato da illegittimità derivata, in assenza di vizi propri del provvedimento di diniego del condono. Infine, la natura pertinenziale dei manufatti abusivi non può essere desunta in modo generico, essendo necessario dimostrare l'assenza di autonoma utilizzabilità e il rispetto del limite volumetrico del 20% dell'edificio principale.